Sappiamo tutti che il Yamaha T Max non sarà mai paragonabile ad una moto ma sicuramente è più di uno scooter.
Secondo noi di T Max Tuning il T Max si colloca perfettamente al centro fra le due categorie, sicuramente superiore a quasi tutti i maxi scooter e, ovviamente, inferiore ad una moto.
Nonostante tutto il T Max è stato un progetto innovativo in tutto, fin dal primo modello balzò subito all’occhio che la casa di Iwata aveva colto nel segno pensando in grande.
Partendo dalla cilindrata, nel lontano 2001 nessun’altra casa madre aveva mai azzardato una cilindrata del genere, 500cc.
Ma non solo questo, anche sotto il punto di vista del telaio è stato fatto un gran lavoro, infatti somiglia molto a quello di una moto e le prestazioni stradali si vedono.
Con il lancio del T Max la Yamaha ha lanciato sul mercato molte soluzioni motociclistiche iniziando a segnare una strada poi intrapresa da tutte le altre case madri che avessero voluto costruire un maxi scooter.
Il T Max è stato il primo scooter in assoluto a montare una vera forcella da moto con doppia piastra.
Fino a quel magico debutto tutti gli scooter montavano una singola piastra di sterzo ma nel Yamaha T Max sono ben due, una sopra e una sotto il cannotto.
Questa scelta ingegneristica ha di netto migliorato la rigidità dell’avantreno e di conseguenza ha reso più precisa la guida.
Altra scelta avveniristica e comunque obbligata è stata quella di adottare dei dischi freno di diametro maggiorato, con il T Max si frena come una moto, non ci sono dubbi.
Ma se continuiamo a guardare questo geniale maxi scooter notiamo altre soluzioni mai applicate prima, soluzioni che per una moto possono risultare scontate ma che in uno scooter erano totalmente inusuali.
Motore bicilindrico montato direttamente all’interno del telaio in modo molto rigido, quindi non oscilla più assieme al forcellone.
Con questa scelta diventa molto più rigido tutto l’insieme, si abbassa il baricentro e vengono diminuite in modo drastico le masse non sospese presenti nel retrotreno.
Liberando il retrotreno da queste inerzie ha donato a questo maxi scooter una reattività maggiore ed un assorbimento maggiore delle sconnessioni stradali, chi vive nelle grandi città ne sa qualcosa, vedi buche.
Oltre questo è stato anche pensato di integrare il variatore nel carter motore e la trasmissione avviene attraverso una catena che rimane nascosta dal forcellone.
Potete ben capire che per quei tempi, tutte queste innovazioni hanno totalmente stravolto il semplice concetto di scooter.
Yamaha T Max, distribuzione dei pesi innovativa, molto simile ad una moto sportiva ed il risultato è eccellente, un gusto di guida unico e mai provato prima.
Dalla data del suo lancio sul mercato, parliamo del lontano 2001, molte altre case motociclistiche hanno seguito quella strada replicando queste scelte tecniche ma sino ad oggi il T Max resta ancora saldamente sul trono dei Maxi scooter.
L’inseguimento tecnico continua ed il T Max per poter mantenere la sua immagine di leader si evolve di anno in anno senza però snaturare la sua base tecnica nativa.
Ogni volta che viene lanciato un nuovo modello sul mercato vengono migliorati dei componenti, la forcella è aumentata di diametro, sono arrivati gli steli rovesciati provenienti dal mostro sacro Yamaha R1.
L’impianto frenante raddoppia, arrivano le pinze radiali, il telaio passa dall’acciaio all’alluminio, la trasmissione finale da cinghia a catena.
Si prosegue aumentando la cilindrata e diminuendone il peso ed ovviamente la guidabilità ci guadagna.
Arrivando ai giorni nostri con l’avvento del T Max più sportivo di sempre, nonostante i molteplici paletti dettati dall’omologazione, resta ancora il più brillante e il più godibile nella guida veloce.
Infine è arrivato anche il display digitale, una parte che per molti anni era restata analogica, una modifica che molti T Maxisti aspettavano da tempo.
Ed ora? La casa di Iwata cosa ha in serbo per il futuro del T Max?
Lo sapremo presto………..STAY TUNED con le news Yamaha T Max di www.tmaxtuning.com.
Ciao